La sala da pranzo della casa Farnesina
“Nelle sale da pranzo invernali, a causa della loro disposizione, non sono indicate né la pittura di soggetto elevato né i delicati stucchi a ghirlanda che ornano le volte, in quanto vengono anneriti sia dal fumo del fuoco sia dalla fuliggine continuamente emessa dai lumi. In tali ambienti, piuttosto, sopra gli zoccoli vanno applicati pannelli verniciati di nero e tirati a lucido, con intramezzati cunei triangolari del colore dell’ocra o del cinabro.” (Vitruvio, De Architectura, VII, 4,4)
La sala da banchetti accoglieva una mensa al centro e tre letti (treis klinai in greco, da cui il nome “triclinio“) sui quali si adagiavano i commensali. L’esposizione a sud della stanza e il colore dominante ne fanno supporre l’uso invernale: l’architetto Vitruvio (I sec. a.C.) raccomandava il fondo scuro, in grado di assorbire il calore, per assicurare agli ambienti una temperatura confortevole nella stagione fredda. Inoltre il nero (atramentum, formato principalmente da carbone tritato con colla) resisteva al fumo del focolare e alla fuliggine delle lampade.

Dal fondo emergono delicati paesaggi sovradipinti in colori chiari, raffiguranti paesaggi urbani con monumenti, archi e porte o rurali con capanne, animali e santuari campestri.




La sontuosa decorazione è scandita da esili colonne alle quali sono appesi festoni di edera; i capitelli sono sormontati da graziose figure femminili (cariatidi).



Ad altezza d’occhio corre un fregio figurato con scene accomunate dalla presenza di alcuni personaggi ricorrenti: storie popolari narrate con un ritmo vivace che si ripete nella descrizione del fatto e del relativo giudizio espresso da una figura seduta.
La lettura del fregio partiva dal fondo della parete destra. Sulla stessa parete, presso l’ingresso, si può notare un intervento di restauro antico, per la tamponatura di un passaggio. E’ possibile attribuire a questa sala parti della sua pavimentazione a mosaico policromo con meandri e cubi resi in prospettiva.

L’allestimento non ricostruisce la disposizione originaria dei frammenti, ma intende suggerire l’effetto del mosaico pavimentale all’interno dell’ambiente.
Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo
Indirizzo: Largo di Villa Peretti, 2, 00185 Roma RM
Domus di Agrippa:
Nel 1879, scavi nel giardino della casa Farnesina a Trastevere rivelarono i resti di una villa augustea, con straordinarie decorazioni murali. La qualità degli affreschi suggerisce un legame con Marco Vipsanio Agrippa.

Musei dedicati a Roma Antica:
Museo Centrale Montemartini
Musei Vaticani
Musei Capitolini
Museo Nazionale Etrusco
Museo di scultura antica Barracco
Museo della Civiltà Romana
Parchi archeologici:
Parco Archeologico del Colosseo
Mercati di Traiano
Mausoleo di Augusto
Terme di Caracalla
Museo dell’Ara Pacis
Parco Archeologico Appia Antica
Basilica Sotterranea di Porta Maggiore
Villa di Livia
Leggi anche:
Il corridoio dell’esedra
ROMA- MUSEO NAZIONALE ROMANO – PALAZZO MASSIMO. La Domus di Agrippa presenta decorazioni parietali straordinarie con colonne e figure femminili che ricordano le Cariatidi, insieme a affreschi di nature morte e battaglie navali.
La toeletta di Afrodite
ROMA- MUSEO NAZIONALE ROMANO – PALAZZO MASSIMO. Il cubicolo B della Villa di Agrippa presenta pareti rosse in cinabro, decorazioni fastose, e rappresentazioni artistiche di divinità e scene mitologiche.
Il criptoportico
ROMA – MUSEO NAZIONALE ROMANO – PALAZZO MASSIMO Gli affreschi del criptoportico vennero rinvenuti nel 1879, durante gli scavi sul Tevere, sono una delle migliori testimonianze della pittura dell’epoca augustea
