Galleria Nazionale di Arte Antica

Galleria Corsini, Palazzo Barberini

Classificazione: 1 su 5.
Roma Pass

La Galleria Nazionale di Arte Antica comprende le collezioni della Galleria Corsini e di Palazzo Barberini.

Eil primo museo nazionale del Regno d’Italia. Venne aperto al pubblico il 9 giugno del 1895.

Il museo era stato concepito sul modello delle grandi gallerie delle capitali europee. Riunisce diverse collezioni: Torlonia, Chigi, Odescalchi, Sciarra, Hertz, oltre naturalmente a Barberini e Corsini.

Si tratta di “…uno straordinario[…] museo di contesto, la cui importanza non sta soltanto negli innegabili capolavori in esso conservati ma anche nella trama di opere e personalità che la collezione porta alla luce. Percorrendo le sale (e i depositi) delle Gallerie ci si addentra nello sviluppo delle arti a Roma tra il 1600 e la fine del Settecento: la dirompente rivoluzione naturalistica innescata dalle opere di Caravaggio e le innumerevoli e straordinarie interpretazioni che ne hanno dato i suoi seguaci italiani e stranieri; il classicismo dei pittori bolognesi; gli esordi e l’esplosione della pittura barocca nesti affreschi di Pietro da Cortona in palazzo Barberini, il classicismo della seconda metà del Seicento, l’ambiente internazionale del grand tour gli albori del neoclassicismo.

Sono secoli in cui, almeno dal punto di vista aristico e culturale, Roma è ancora il centro del mondo: per almeno trecento anni, dai primi del Cinquecento alla fine del Settecento, tanto in Europa quanto nelle Americhe, coloro che desideravano diventare artisti, collezionisti o scrittori d’arte visitavano e soggiornavano a Roma o sognavano di farlo e le nostre collezioni restituiscono meglio di ogni altra questo scenario cosmopolita, reale e immaginario.

I dipinti caravaggeschi costituiscono il nucleo straordinario attorno al quale è cresciuto il museo come oggi lo conosciamo: oltre un centinaio di opere realizzate a Roma tra il 1600 e il 1630 da artisti quali Giovanni Baglione, Orazio Gentileschi, Orazio Borgianni, Carlo Saraceni, Giovanni Serodin, Simon Vouet, Valentin de Boulogne, Jusepe de Ribera, Hendrick ter Brugghen, e molti altri. Si tratta di un vasto gruppo articolato e coerente che permette di scoprire e familiarizzare lo sguardo con gli intrecci tra le singole personalità di una stagione artistica che ha trasformato l’arte europea.”

Fonte “Palazzo Barberini Galleria Corsini. 100 CAPOLAVORI” a cura di Yuri Primarosa, Officina Libraria pagg.11-12

Le opere più famose della collezione sono certamente Giuditta e Oloferne, Il narciso di Caravaggio, l’affascinante Fornarina di Raffaello, la presunta effige di Beatrice Cenci di cui scrissero Percy Bysshe Shelley e Stendhal, il bellissimo ritratto di Stefano Colonna del Bronzino ed il ritratto del re d’Inghilterra Enrico VIII proveniente dalla collezione Torlonia.

Scalinata Borromini

Lo scalone ovale del Palazzo Barberini, progettato per il cardinal Francesco Barberini, presenta colonne doriche e una struttura ellittica. L’opera, influenzata da Ottaviano Mascherino, riflette le innovazioni di Borromini, nonostante le tensioni con Bernini. Un esempio di architettura che ha avuto un impatto duraturo sulla cultura architettonica.

Ritratto di Gentiluomo

Il ritratto di un giovane gentiluomo anonimo di Bartolomeo Veneto, realizzato tra il 1515 e il 1520, incarna i valori del gentiluomo moderno. Espone simboli di distinzione e virtù, come una spada e una medaglia, riflettendo un equilibrio tra cultura raffinata e antichi ideali cavallereschi. È ospitato a Palazzo Barberini, Roma.

Ritratto di Stefano IV Colonna

Il ritratto di Stefano IV Colonna, realizzato da Bronzino nel 1546, enfatizza l’armatura del condottiero, simbolo della sua identità e delle sue imprese militari. Commissionato poco prima della morte di Colonna, il dipinto ha anche una funzione commemorativa, celebrando le sue glorie e il suo onore nella società rinascimentale.

Narciso

Il dipinto “Narciso” di Caravaggio, attribuito da Roberto Longhi, rappresenta un’interazione tra mitologia e modernità, esprimendo un’adorazione di Narciso per la propria immagine. La composizione verticale e le influenze stilistiche lombarde evidenziano la bellezza e l’anelito del giovane, immerso in un contesto classico e quotidiano romano.

La Fornarina

La Fornarina, 1520 opera di Raffaello Sanzio. Non sappiamo quasi nulla sull’identità della donna ritratta, tranne che fosse amata dal pittore. Non vediamo qui una Venere o una divinità, ma una donna con la sua individualità e quel qualcosa in più che la rende unica, appunto l’amore del pittore.

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