Il plastico di Villa Adriana

Il rilievo della Scuola degli Ingegneri di Roma fu realizzato nel 1905 e pubblicato nel 1906, utilizzando per la prima volta strumentazioni topografiche di notevole precisione. Nella pubblicazione del 1906, intitolata “La Villa Adriana. Guida e descrizione”, lo stesso Rodolfo Lanciani presenta questo rilievo, proprio perché fermamente convinto che la documentazione scientifica delle strutture archeologiche debba essere necessariamente supportata dal rilievo topografico eseguito con la massima precisione.

Il disegno planimetrico è redatto, in tutta la sua estensione, in scala 1:3000.
La stessa planimetria è riportata in una scala più di dettaglio, al 500, ed è suddivisa quindi in tre parti.
Il disegno riporta anche le curve di livello e ciò costituisce un elemento di assoluta novità: l’altimetria consentiva di effettuare nuove valutazioni circa la conoscenza del sito archeologico, in quanto permetteva di mettere in relazione la forma degli edifici con l’orografia del territorio. Il rilievo tuttavia non comprende alcune parti della Villa, come per esempio il cd. Odeon o la zona degli Inferi.

Indubbiamente la caratteristica di questo rilievo è l’essenzialità del segno grafico, ma è pur vero che questa connotazione è in qualche modo rispondente sia alla necessità di porre chiarezza, di creare cioè dei riferimenti certi ed essenziali, sia al fatto che nella realtà del contesto la gran parte degli edifici era prevalentemente nascosta dal terreno.

Un’altra considerazione degna di nota è che questo rilievo rappresenta una sorta di verifica topografica di tutte le planimetrie precedenti e si può tranquillamente affermare che nessun edificio del complesso archeologico si discosti sensibilmente dalla forma, dalla dimensione o dall’orientamento in base al quale è stato rappresentato nelle piante di Contini, Piranesi o Penna.

L’architetto Italo Gismondi realizzò il plastico di Villa Adriana in due occasioni: la prima fu rappresentata dalla Mostra Augustea della Romanità, avvenuta nel 1938, la seconda in concomitanza con alcuni lavori di sistemazione effettuati nella Villa stessa.

Sia il primo che il secondo plastico vennero realizzati in base al rilievo effettuato dalla Scuola degli Ingegneri di Roma.

La seconda versione, cioè quella conservata in questa stessa sala, fu realizzata nel 1956 ed è, rispetto alla prima, più aggiornata, in quanto rielabora una serie di acquisizioni che gli scavi realizzati in quegli anni avevano evidenziato.

L’utilità del plastico è rappresentata anche dal fatto che costituisce uno strumento di verifica ogni qual volta si intraprendono nuove indagini e si formulano nuove ipotesi ricostruttive circa le conoscenze dei complessi archeologici della Villa.

Parco Archeologico di Villa Adriana, Tivoli

Il Canopo di Villa Adriana

Nel museo, ricavato in alcuni ambienti della villa presso il Canopo, alcuni materiali provenienti dagli scavi ci aiutano nel compito ricostruttivo. La maggior parte delle sculture sono copie di originali famosissimi: le Cariatidi dell’Eretteo di Atene, l’Amazzone di Policleto, la Venere Cnidia di Prassitele, l’Amazzone di Fidia. Tali copie ci suggeriscono un altro aspetto della…

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Terme Heliocaminus

Le Terme heliocaminus, come indica il nome greco, venivano riscaldate dai raggi del sole. Sono le terme più antiche di Villa Adriana a Tivoli.