Rilievo di Antinoo rappresentato come il Dio dei boschi

Antinoo, giovane bitinio amato dall’imperatore Adriano, perse la vita nelle acque del Nilo in circostanze oscure.
Dopo la morte, per volontà dell’imperatore, gli furono tributati onori divini e la sua immagine fu celebrata attraverso opere che lo ritraevano assimilato ad una dio.

Nel rilievo, Antinoo è raffigurato come il dio dei boschi, Silvano, coronato di un ramo di pino, con la falcula nella mano destra ed un cane al seguito.

Nella cornice agreste del rilievo, dinanzi all’imponente figura di Antinoo, spicca un altare, su cui è apposta, in caratteri greci, un’iscrizione che restituisce la firma dell’autore dell’opera: “Antonianos di Afrodisia”.

Il rilievo, di grande pregio artistico, proviene da un’area residenziale e decorava presumibilmente un sacrario dedicato al giovane divinizzato.

Fonte: pannelli espositivi di Palazzo Massimo

L’opera aveva colpito anche la scrittice Marguerite Yourcenar che, in un bellissimo brano di “Memorie di Adriano”, inserisce la descrizione di questo capolavoro:

“Non appena egli cominciò a contare nella mia vita, l’arte ha smesso d’esser un lusso, è diventata una risorsa, una forma di soccorso.
Ho imposto al mondo questa immagine: oggi, esistono più copie dei ritratti di questo fanciullo che non di qualsiasi uomo illustre, di qualsiasi regina.

Sulle prime, mi stava a cuore far registrare dalle statue la bellezza successiva d’una forma nel suo mutare; in seguito, l’arte divenne una specie di magia, capace di evocare un volto perduto.

Le immagini colossali mi sembravano un mezzo per esprimere le vere proporzioni che l’amore conferisce agli esseri; queste immagini, le volevo enormi come un volto visto da vicino, alte e solenni come le visioni degli incubi, pesanti come il ricordo che mi perseguita. Esigevo una finitezza perfetta, una perfezione assoluta, quella divinità che rappresenta per coloro che lo hanno amato ogni essere morto a vent’anni; e, otre la somiglianza esatta, volevo la presenza familiare, tutte le irregolarità d’un viso più caro della bellezza stessa. […]

Poi, vi sono i ritratti dopo la morte; ivi, la morte è passata: sono grandi volti dalle labbra sapienti, dense di segreti che non sono più i miei, poiché non sono più quelli della vita.

C’è quel bassorilievo nel quale Antoniano Cario ha dotato d’una grazia che non è di questa terra il vendemmiatore vestito di seta grezza, il muso del cane che gli si accosta amichevolmente alla gamba nuda.”

Fonte: Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar -SuperET – Edizioni Einadi – 30sima edizione 2023 , pagine 123-124

Collocazione: conservato presso il Museo Nazionale Romano, sede di Palazzo Massimo

Il personaggio: Antinoo era nato a Bitinio, città della Bitinia, che chiamavano anche Claudiopoli: era stato un suo amasio [di Adriano] ed era morto in Egitto, sia che fosse caduto nel Nilo, secondo quanto scrive Adriano, sia che fosse stato immolato in sacrificio, secondo la verità dei fatti.
Infatti Adriano, come ho detto, era sempre molto superstizioso e ricorreva a indovini e ad arti magiche d’ogni genere.
Così dunque onorò Antinoo, o perché lo aveva amato, o perché questi era andato volontariamente incontro alla morte (per ciò che fece, infatti, [Adriano] aveva bisogno di un’anima che si sacrificasse volontariamente), tanto che fondò una città nel luogo in cui [Antinoo] era andato incontro a quella fine, e la chiamò col suo nome.
Inoltre, Adriano gli dedicò delle statue, o piuttosto delle immagini sacre, in quasi tutta l’ecumene.
Infine, disse di aver Visto di persona una stella, quella di Antinoo, e ascoltava con compiacimento i suoi familiari che raccontavano la leggenda della stella di Antinoo, nata dalla sua anima e apparsa allora per la prima volta.
Per questa storia, dunque, Adriano era oggetto d’ironia, ma anche perché quando morì Paolina, sua sorella, non si affrettò a renderle alcun onore.
Fonte: Cassio Dione, Storia Romana, volume ottavo, libro LXIX, pagine 115, 117 – BUR, dicembre 2009

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Adriano

Publio Elio Adriano fu imperatore romano dal 117 al 138 d.C. Esperto di arti militari, architetto, poeta, pittore e amante del bello, ha lasciato una memoria indelebile nell’Occidente. Tra gli imperatori Romani, grazie all’opera di Margherite Yourcenar , “Memorie di Adriano”, è quello che sentiamo più vicino alla nostra sensibilità moderna.