La cupola più grande del mondo

Il Pantheon di Roma è uno dei capolavori assoluti dell’architettura romana antica, dal punto di vista artistico e per la tecnica costruttiva: ha infatti la cupola in cemento non armato più grande del mondo, da sempre oggetto di studio e ammirazione. Michelangelo stesso disse che il Pantheon aveva «un disegno angelico, non umano».

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L’edificio ha in facciata un grande portico con otto colonne di granito rosa e grigio provenienti dall’Egitto, sono alte dodici metri e ognuna pesa cinquanta tonnellate. L’unico ingresso è sul lato nord, col grande portale originale in bronzo, alto più di sette metri; dato il suo enorme peso, non ha cardini ma perni rotanti inseriti nella soglia in marmo africano e nell’architrave in legno.

Il maestoso interno circolare ha un diametro di oltre quarantatré metri (150 piedi romani), che è uguale all’altezza della cupola. In pratica l’edificio è costruito intorno ad una sfera immaginaria, che viene tagliata a metà dal grande cornicione marmoreo.

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Il segreto della cupola sta nel sapiente uso dei materiali da costruzione scelti per la volta e per le pareti che la sostengono: sono più resistenti e pesanti in basso (travertino e tufo) e più leggeri in alto (lapilli e tufo giallo). Tali materiali furono impastati con malta pozzolanica (più resistente ed elastica di quella tradizionale).

La posa in opera della gettata cementizia richiese grande maestria, perché doveva avvenire in più fasi: bisognava infatti dosarla un po’ per volta, e aspettare i tempi giusti fra una gettata e l’altra, dato che l’impasto faceva reazione e si induriva gradualmente con l’acqua.

L’enorme centina lignea sulla quale venne versato l’impasto cementizio era un altro prodigio della tecnica costruttiva romana, considerate le dimensioni della cupola e la necessità – una volta completata l’opera – di smontare le travi senza far danni.

La cupola è decorata da cinque filari di ventotto cassettoni l’uno, di dimensioni decrescenti, che servivano ad alleggerirne il peso. Visti dal basso sembrano piccoli, ma una fotografia scattata durante i restauri del 1925 dà un’idea delle loro reali dimensioni.

I cassettoni erano rivestiti da sottili lamine di piombo di cui fino al Settecento era sopravvissuto qualche frammento; in origine vi erano fissati ornamenti metallici dorati, forse rosoni o stelle.

L’oculo della cupola – che fungeva anche da chiave di volta sulla sua sommità – ha un diametro di nove metri e conserva ancora la cornice originale in bronzo, decorata da piccole foglie, ovoli e dentelli.

All’interno delle murature vi erano numerosi archi di scarico in laterizio, disposti su tre livelli diversi: anch’essi servivano a ripartire i pesi e le spinte della struttura, un altro esempio delle straordinarie tecniche costruttive romane.

Fonte: Pantheon Architettura e Luce, Marina De Franceschini, Giuseppe Veneziano, Rirella Editrice, dicembre 2021, pagine 9-13