Il Pecile

L’imperatore Adriano amava studiare e discorrere con i suoi fidi. Lo testimoniano alcune zone della villa: il Pecile è un ampio portico, lungo 234 metri, che veniva utilizzato per passeggiate, esso era realizzato a somiglianza della Stoa Poikile, un famoso portico di Atene sotto il quale solevano riunirsi i filosofi, noto per i quadri di famosi pittori greci che vi erano esposti.

Il lato Nord era costituito da un doppio portico, di cui si conserva oggi solo il muro centrale (lungo 200 metri), che mostra nella parte superiore i grossi fori per l’alloggiamento delle travi del tetto a due spioventi. L’ingresso originario, con arco, è situato al centro del muro, mentre il varco rettangolare in corrispondenza del Viale dei Cipressi fu aperto nel Settecento per rendere più agevole l’accesso dal Casino Fede.
Come si deduce da un’iscrizione rinvenuta a Villa Adriana in passato, la porzione settentrionale era un portico con dimensioni misurate sulla base del miglio romano: la lunghezza di un percorso completo intorno al muro, corrispondente a 450 metri, se ripetuto sette volte, corrispondeva al numero di passi consigliato dai medici dell’epoca per la passeggiata postprandiale.

Anche il giardino e i portici che lo circondavano sugli altri lati, le cui colonne sono oggi sostituite da piante di alloro tagliate in forma cilindrica, si prestavano per le passeggiate al coperto o tra le aiuole che si disponevano certamente intorno all’ampia vasca centrale. Non sappiamo quali fossero le essenze vegetali utilizzate all’epoca di Adriano, ma le specie che vediamo oggi – olivi, cipressi, melograni, oleandri, rosmarino – sono piante abitualmente impiegate in età romana.

La spianata su cui sorge il Pecile è in parte artificiale e poggia, lungo i lati occidentale e meridionale, su poderose sostruzioni, rifunzionalizzate come ambienti di servizio, le Cento Camerelle.

Il complesso è costituito da quasi cento stanze che si affacciano sulla strada basolata ai piedi della costruzione, distribuite su più piani (da uno a quattro) e accessibili mediante ballatoi e scale di legno. Gli ambienti, non comunicanti fra loro, erano utilizzati prevalentemente come alloggi per gli schiavi.

Questi indicano chiaramente che la vita di chi soggiornava nella villa non doveva essere turbata, se non per l’indispensabile, dalle pratiche quotidiane.

Il luogo doveva essere ameno e tranquillo; infatti Adriano aveva voluto questa dimora al riparo dagli schiamazzi della città e immerso nel verde.

Parco Archeologico di Villa Adriana, Tivoli

Il Canopo di Villa Adriana

Nel museo, ricavato in alcuni ambienti della villa presso il Canopo, alcuni materiali provenienti dagli scavi ci aiutano nel compito ricostruttivo. La maggior parte delle sculture sono copie di originali famosissimi: le Cariatidi dell’Eretteo di Atene, l’Amazzone di Policleto, la Venere Cnidia di Prassitele, l’Amazzone di Fidia. Tali copie ci suggeriscono un altro aspetto della…

I mosaici del complesso Hospitalia

Hospitalia, come dice il nome stesso, era il complesso della Villa dedicato alle stanze per gli Ospiti. Era composto da un ampio corridoio su cui si apriva una doppia serie di cubicola (stanze da letto), in tutto dieci, disposti a forma di T, ciascuna stanza conteneva tre letti. Sappiamo con esattezza il numero dei letti…

Terme Heliocaminus

Le Terme heliocaminus, come indica il nome greco, venivano riscaldate dai raggi del sole. Sono le terme più antiche di Villa Adriana a Tivoli.