Statua di Augusto di Via Labicana

La statua ritrae l’imperatore Augusto con la toga, il capo velato, i calcei patricii ai piedi e, accanto, la capsa (il contenitore degli atti ufficiali). La posizione dell’avambraccio destro suggerisce l’ipotesi che il princeps fosse raffigurato nell’atto di sacrificare e tenesse nella mano destra una patera, la coppa sacrificale.

Augusto è qui rappresentato in veste di Pontifex Maximus, carica, che egli assunse nel 12 a.C. e che rimarrà nella titolatura imperiale fino al IV sec. d.C., come sanzione sacerdotale al potere monarchico. La carica di Pontefice Massimo rientra nell’ambito del nuovo programma politico e religioso, a cui si deve anche la creazione del culto del Genius Augusti. Augusto sottolinea la nuova attualità dei mores maiorum, sui quali si basava la sua autolegittimazione politica, non solo facendosi rappresentare nelle vesti di un sacrificante e nell’adempimento dei suoi doveri religiosi ma anche indossando la toga, l’abito più tradizionale del cives romanus.

La testa, lavorata a parte e inserita, presenta tratti veristici mediati attraverso elementi della ritrattistica ellenistica.

La statua, generalmente attribuita ad età tardo-augustea, viene ascritta, più verosimilmente, all’ultimo decennio del I secolo a.C., in un momento di poco posteriore alla realizzazione dell’ Ara Pacis.

Altezza: 207 cm

Materiali: marmo greco per le parti nude (volto, avambraccio) e marmo di luni per le vesti.

Collocazione: conservata presso il Museo Nazionale Romano, sede di Palazzo Massimo

Il personaggio: Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto

Il ritrovamento

1910 primi giorni di giugno, ancora impolverato e sporco di terra, Augusto viene immortalato in questa fotografia in B/N nella sua nuova collocazione: le Terme di Diocleziano. Nella foto si vede il fotografo che tenta di nascondere con un panno gli scaffali con i reperti del magazzino in cui era stato allestito il set fotografico.
Pochi giorni prima, il 4 giugno, Augusto era stato risvegliato da un sonno di parecchie centinaia di anni. Trovato sul Colle Oppio, tra via Labicana e via Mecenate, dal proprietario del terreno ad una profondità di 9 metri. Ruggero Partini lavorava alla costruzione di un fabbricato, quando, dalla terra spuntò prima una testa di marmo, poi un busto e, infine, un’intera statua: un uomo dal capo velato. Partini intuì che poteva valere una fortuna e, attratto dalla prospettiva di una ricompensa, denunciò il ritrovamento all’Ufficio Scavi di Roma.
Non sapeva che la legge del neo Regno d’Italia prevedeva che tutti i reperti archeologici trovati sotto terra fossero di diritto dello Stato. Tentò di tenersi la testa, ma fortunatamente per noi, la Sopritendenza ebbe la meglio e con urgenza si porto’ via una delle più belle statue dell’imperatore Augusto, datata I sec d.C.
Ancora oggi possiamo ammirare l’Augusto Pontefice Massimo di Via Labicana nella bella sala di Palazzo Massimo

©Archivio Fotografico MNR (invv. Foto: 5375, 5381, 5379) – fonte pagina Facebook del Museo Nazionale Romano – post pubblicato il 10 agosto 2020