Roma e il mito della fondazione

Secondo la leggenda, Roma sarebbe stata fondata il 21  aprile del 753 a.C. da Romolo.

Grazie al lavoro dell’archeologo Andrea Carandini è stata formulata un’interessante ipotesi sulla fondazione della città. Sulla base di questo imponente lavoro è stato realizzato recentemente il film del giovane regista Matteo Rovere: Il Primo Re

Secondo il famoso archeologo prima della nascita di Roma esisteva un vasto complesso proto-urbano non centralizzato, formato da diversi villaggi posti sui colli: il Septimontium.

Rome in 753BC

La prima azione dei mitici gemelli è stata quella di unire le genti che abitavano in quella vasta zona, al tempo in cui il Lazio era sotto il dominio di Alba Longa e tutte le genti Latine attribuivano la massima autorità religiosa a Giove Latino venerato nel santuario del Monte Albano.

Il nuovo ordine doveva essere retto da un Re. A questo punto per capire gli eventi che hanno portato alla fondazione di Roma, dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione e ricordare che oltre 27 secoli fa il modo con cui gli uomini interagivano con il mondo esterno era totalmente diverso. Siamo ancora nella Preistoria, alla fine dell’Età del Ferro, un tempo in cui la comunicazione fra il mondo umano e sovraumano era un continuo dialogo di rimandi simbolici e sacri. Giove, il dio dei fulmini, al vertice del Pantheon pagano, incarnava la memoria ancestrale del momento in cui gli uomini impararono a dominare il fuoco che dal fulmine si propagava nei boschi, un momento fondamentale che ha permesso un salto evolutivo enorme (grazie alla possibilità di cucinare i cibi).

In questo contesto era fondamentale, prima di ogni grande impresa, chiedere il consenso degli dèi. Chiedere quindi chi sarà alla guida dei Latini? Sarà Romolo o sarà Remo? Per interrogare gli dèi bisognava chiedere ad un loro ministro in terra: l’augure.

L’augure crea “un osservatorio” ponendosi sul colle Aventino, rivolgendo lo sguardo verso il Monte Albano (sede del santuario di Giove Latino) aspettando un segno.

Giove indica Romolo come il prescelto, l’Augustus che significa Consacrato (un po’ come Cristo è l’unto del Signore, il prescelto).  

Sorgerà quindi ROMA sul colle Palatino. Se Giove avesse scelto Remo la città sarebbe sorta sull’Aventino (oppure verso l’attuale EUR) e si sarebbe chiamata REMORIA.

A questo punto Romolo non è più il gemello di Remo, la sua natura è stata transustanziata e diventata sacra. Romolo non appartiene più all’ordine degli uomini, ma all’ordine degli Dei e deve fare la loro volontà.

Il nuovo Re procede al trasferimento della sacralità che ha ricevuto sul suo corpo al terreno che ha scelto per fondare la sua città. Grazie ad un complesso rituale, Romolo procede alla creazione del solco sacro, il Pomerium.

Secondo le fonti antiche il Pomerium comprenderebbe i colli Palatino e Germalus, viene fondata la Roma Quadrata.

Dopo aver creato il solco sacro, Romolo crea una fossa, nel punto in cui si incrociavano le strade principali, il mundus dentro la quale tutti i capi delle tribù del Septimontium sono invitati a gettare una zolla di terra, vengono gettate le primizie perché tutto si fonda insieme nella nuova città. Quindi Romolo suona una antica tromba, il Lituo,  e pronuncia il nome pubblico della città: Roma ed i nomi segreti della città che non potevano essere rivelati.

Si costruiscono le mura. Questo è un terreno sacro, chi viola i suoi confini compie un sacrilegio e merita la morte. Il primo a sfidare gli Dei, attenzione gli Dei e non Romolo secondo la logica antica, è proprio Remo.

Romolo è Augusto, non è più un uomo è un ministro degli Dei, chiamato a compiere la loro volontà anche contro il proprio sangue. Remo viene quindi ucciso. Questa vicenda viene resa benissimo nel film Il Primo Re di Matteo Rovere

Secondo Carandini, l’ordinamento che nasce con la città è una sorta di Monarchia Costituzionale, in cui il Re e i capi tribù governano insieme la Res Publica.

La casa del Re in un primo momento viene costruita dentro le mura del Palatino, sopra il Lupercale nella zona dove si trovava anche la Scala di Caco. Ma il nuovo ordinamento politico necessita di uno spazio – in un territorio neutrale – in cui tutte le genti del Septimontium possano incontrarsi.

Il luogo identificato è il Foro (che significa “fuori”, fuori dalle mura di Roma appunto in un territorio neutro).

Si trattava di una zona paludosa a 6 metri sopra il livello del mare, quindi soggetta ad essere invasa dalle acque del Tevere. In questa zona si trovavano due templi antichi legati al culto del fuoco: il tempio di Vesta ed il Volcanal.

Romolo decide di spostare la sua dimora dal Palatino (protetto dalle mura inviolabili) al Foro, in una zona pericolosa per incontrare tutte le genti su cui regna in un’area dedicata alla politica.

Nasce la prima Domus Regia vicino alla casa delle Vestali. Il fuoco delle Vestali era un fuoco sacro che rappresentava la vita della città, della comunità dei suoi cittadini. Venne spento nel 391 d.C. per ordine dell’imperatore Teodosio e dopo poco la città antica morì…

Il tempio delle Vestali era quindi legato al fuoco sacro vitale della città, custodiva al suo interno i 7 talismani che assicuravano la salvezza della città.

Il vulcanale era un antico tempio dedicato al fuoco della guerra. Divenne sede del Comizio, il luogo dove i capi dei vari rioni si riunivano per prendere le decisioni. E’ in questo luogo, sempre secondo Andrea Carandini, che avvenne lo smembramento del Re. Romolo venne ucciso, fatto a pezzi dai membri del Comizio che portarono un pezzo del corpo del re in ogni rione (erano circa 30).

Le fonti antiche riportano di una tempesta e di un’eclissi che avrebbe portato in cielo Romolo trasformandolo nel dio Quirino. Questo è l’effetto dell’atto simbolico del rituale arcaico che attraverso il sangue, permetteva al Re di diventare divino (ricorda il mito di Osiride in Egitto e di Dioniso in Grecia, ma anche di Ercole).

Dentro il Volcanal è stata trovata un’antichissima pietra, il Lapis Niger che riporta una scritta in proto-latino che non è mai stata tradotta che riporta una frase che ha a che fare con il re e con la sacralità della sua persona.

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