La tomba delle cinque sedie

In una vetrina della Sala Castellani, presso il Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini è esposto un pregevole manufatto in terracotta che raffigura un personaggio maschile seduto ricordato nei più antichi inventari manoscritti del Museo come “statuetta sedente di terracotta rappresentante un personaggio che stende la destra in atto di ragionare”.

Si tratta di una delle tre statuette rinvenute nel 1865 nella Tomba delle Cinque Sedie di Cerveteri e acquistate da Augusto Castellani unitamente ad alcuni oggetti di oreficeria; l’anno seguente Castellani inserì quella maschile nella sua prima donazione di oggetti ai Musei Capitolini, mentre vendette le altre due al British Museum.


Le statuette erano originariamente cinque, due però non furono recuperate per il loro cattivo stato di conservazione, ed erano sedute su altrettanti sedili scolpiti nel tufo e collocati in un vano laterale al vestibolo (ricostruzioni da Prayon 1974).

La presenza in questo ambiente di un altare e la gestualità delle figure che hanno una mano protesa in avanti per porgere o ricevere un’offerta rendono probabile si tratti di un piccolo sacello domestico per il culto degli antenati.

In Etruria, infatti, forte era la devozione verso gli antenati come dimostra la presenza, nei lunghi corridoi d’accesso e nei vestiboli delle tombe, di statue che rappresentavano gli antenati evocati nelle cerimonie rituali.

Il personaggio rappresentato nella statuetta è riccamente vestito con un ampio mantello rosso, segno evidente del suo alto lignaggio, trattenuto sulla spalla da una fibula di tipo orientale di accurata fattura: dallo scrittore greco Dionigi di Alicarnasso apprendiamo, infatti, che tra le insegne del potere supremo utilizzate dai re etruschi vi erano anche una “tunica di porpora con fregi d’oro e un mantello di porpora ricamato”: indicatori di ruolo e di potere che poi passarono nel mondo romano.

Dal punto di vista cronologico, l’opera va collocata nella seconda metà del VII secolo a.C., momento in cui a Cerveteri cominciò a svilupparsi una produzione coroplastica di grande rilevanza: l’arte di modellare l’argilla diventerà infatti “l’arte nazionale degli Etruschi”, i cui capolavori, come l’Apollo di Veio e il Sarcofago degli Sposi, sono a tutti noti.

Fonte: Musei Capitolini. Guida – Mondadori Electa S.p.A. Edizione 2006 – pag 101

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.