La statua di Ercole

L’imperatore Commodo rappresentato come Ercole

Conservato presso i musei Capitolini

Il busto rappresenta uno dei capolavori più celebrati della ritrattistica romana e ritrae l’imperatore sotto le spoglie di Ercole, del quale ha adottato gli attributi: la pelle di leone sul capo, la clava nella mano destra, i pomi delle Esperidi nella mano sinistra a ricordo di alcune delle fatiche dell’eroe greco.

Il busto, straordinariamente ben conservato, poggia su una complessa composizione allegorica: due Amazzoni inginocchiate (solo una è conservata) ai lati di un globo decorato con i simboli zodiacali, sorreggono cornucopie che si intrecciano a una pelta, il caratteristico scudo delle Amazzoni.

L’intento celebrativo che, con un linguaggio ricco di simboli, impone il culto divino dell’imperatore è accentuato dalla presenza di due tritoni marini che fiancheggiano la figura centrale come segno di apoteosi.

Il gruppo fu rinvenuto in una camera sotterranea del complesso degli Horti Lamiani, segno probabilmente di un tentativo di occultamento.

Fonte: Musei Capitolini. Guida. Assessorato alle Politiche Culturali, Mondadori Electa, 2006 pag. 116

Lucius Aelius Aurelius Commodus

Erede dell’imperatore Marco Aurelio, dinastia Antonina.
Nasce il 31 agosto 161 e muore il 31 dicembre 192.

Associato al potere dal padre nel 177. Governò in maniera autoritaria alla morte di lui dal 180 per i dodici anni successivi.

Odiato dal Senato era però molto amato dal popolo.

Dopo la damnazio memoriae è stato riabilitato da Settimio Severo, che voleva ricollegarsi alla dinastia antonina.

Moriva il 31 dicembre 192 Lucio Marco Aurelio Commodo. Assassinato dal suo maestro di lotta ex-gladiatore Narcisso. Figlio di Marco Aurelio, nonostante assomigliasse al padre nel volto e nel corpo, non ne aveva ereditato le qualità morali.

L’instabilità di Commodo si manifestò nel suo voler partecipare ai giochi come gladiatore nel Colosseo.
Nel 190 una parte della città di Roma fu distrutta da un incendio e Commodo colse l’opportunità per “rifondarla”, chiamandola in suo onore Colonia Commodiana (come forse avrebbe voluto fare Nerone nel 64).

Anche i mesi del calendario furono rinominati in suo onore. Questi atteggiamenti da monarca erano considerati gravemente offensivi dal Senato.
Dopo la morte fu condannato alla damnazio memoriae – «Che il ricordo dell’assassino e del gladiatore sia cancellato del tutto. Lasciate che le statue dell’assassino e del gladiatore siano rovesciate. Lasciate che la memoria dell’osceno gladiatore sia completamente cancellata.
Gettate il gladiatore nell’ossario. Ascolta o Cesare: lascia che l’omicida sia trascinato con un gancio, alla maniera dei nostri padri, lascia che l’assassino del Senato sia trascinato con il gancio. Più feroce di Domiziano, più turpe di Nerone. Ciò che ha fatto agli altri, sia fatto a lui stesso. Sia da salvare invece il ricordo di chi è senza colpa. Si ripristinino gli onori degli innocenti, vi prego»

Questa statua bellissima si è salvata perché è stata nascosta per centinaia di anni.