La camera da letto del principe

E difficile, oggi, avere un idea dell’aspetto della camera del principe, dei cui arredi resta veramente ben poco.

Dalle descrizioni che ci sono note risulta un ambiente davvero particolare, ossessivamente ingombro di mobili e suppellettili ridondanti di civette, poste ovunque quale elemento decorativo.

La stoffa da parati alle pareti era a civette stilizzate, i pomelli del letto avevano civette intarsiate, i lampadari avevano decori con civette, la brocca aveva la forma di una civetta, in un affastellarsi di oggetti dedicati all’uccello notturno.
Nel vano ancora visibile in una parete era incassata la vetrata, purtroppo perduta, opera di Duilio Cambellotti, Civette nella notte, della quale al pianterreno vi è la prova di esecuzione.
Oggi di tanti decori resta solo, sul soffitto, il volo di pipistrelli ad ali spiegate, a stucco, su un fondo blu scuro di cielo stellato.

Alcuni mobili, restaurati, vi sono stati collocati a rendere, seppur in minima parte, l’idea dell’arredo originario.

Si tratta di un tavolinetto in legno a intarsi, di un elemento del letto, forse una testata, e di un lampadario in ferro battuto.
Vi sono esposti quattro cartoni di Duilio Cambellotti della serie I migratori, ideata per la scala, quindi due vetrate centinate, a due ante, disegnate da Umberto Bottazzi per casa Zingone nel 1914, con tondi centrali con trionfi di frutta all’interno di un rigoroso disegno geometrico.
L’elemento più affascinante della sala è la vetrata l’idolo, di Vittorio Grassi, acquistata di recente sul mercato, una delle più belle creazioni dell’artista, legato al laboratorio Picchiarini.

Il soggetto misterioso di un idolo dal complesso copricapo, che ricorda lo stile egizio, è raffigurato all’interno di una cascata luminosa di gemme, quasi un’onda marina nei colori del verde e dell’azzurro che contrastano con i toni blu della figura.
Sulla parete di fronte campeggia un’altra splendida vetrata, I cigni di Umberto Bottazza, del 1921, di recente entrata a far parte della collezione del Museo.

Si tralta di un’opera dal forte cromatismo, giocato sulle intense tonalità del blu, del viola e del rosso a rendere i due cigni appaiati che scivolano sull’acqua.

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