Principi Torlonia, i Rothschild di Roma

La vicenda romana dei Tourlonias, poi divenuti Torlonia, trova un ideale punto di partenza in palazzo Zuccari in via Gregoriana, dove nel 1754 nacque Giovanni Raimondo Torlonia, il padre del futuro principe Alessandro.

Giovanni era il secondogenito del francese Marin, poi Marino, che, originario di un centro dell’Alvernia nelle vicinanze di Lione, intorno alla metà del Settecento si era trasferito a Roma al servizio di un abate francese per passare successivamente alle dipendenze del Cardinale Acquaviva.

E forse, grazie al lascito dell’Acquaviva, Marino poté aprire un negozio di stoffe, specializzato pare nell’importazione di sete e di broccati di Lione, che ebbe la sua prima sede in palazzo Zuccari.

Da qui prese avvio la vocazione economica e finanziaria che negli anni successivi avrebbe contraddistinto le attività della famiglia, conducendola a raggiungere vertici assoluti in questi settori; infatti, lo stesso Marino affiancò ben presto alla mercatura l’attività del Banco.

L’età dei Torlonia: l’arte di ostentare il lusso nella Roma papale
Lezione tenuta da Marco Fabio Apolloni il 7 settembre 2008 organizzata da LaTerza nell’ambito della rassegna “Lezioni di Storia: le età di Roma”

Dopo la morte di Marino, agli inizi degli anni ottanta del XVIII secolo, Giovanni decise di abbandonare la vendita di stoffe per dedicarsi esclusivamente al Banco (che da tempo aveva sede nel più centrale palazzo Raggi al Corso), avviandosi verso una dirompente ascesa economica e sociale.

Giovanni aveva avuto cinque figli, tre maschi e due femmine; alla sua morte, nel 1829, l’eredità più cospicua (comprensiva tra l’altro del feudo di Civitella Cesi, cui era associato il titolo principesco, del marchesato di Roma Vecchia e del palazzo di piazza Venezia) e il Banco passarono ad Alessandro, il quartogenito, che sin da ragazzo aveva mostrato un’indole determinata, un’ intraprendenza non comune e uno spiccato fiuto per gli affari, doti che convinsero il padre a individuarlo come suo diretto successore, stabilendo una precisa norma testamentaria a tal proposito e affidandogli, sin dal 1826, la direzione del Banco.

E Alessandro si dimostrò sicuramente degno della fiducia di Giovanni, sviluppando e innovando, sotto vari punti di vista, le premesse paterne, così sul fronte finanziario e imprenditoriale come negli scavi di antichità e nella pratica collezionistica, accresciuta e ripensata fino alla fondazione di un Museo.

Il principe impresse al Banco una più marcata vocazione internazionale; ha segnato la storia della finanza la modalità con la quale, grazie al coinvolgimento della Maison Rothschild di Parigi, riuscì ad erogare allo Stato Pontificio un prestito di 3 milioni di scudi, realizzando un’operazione mai condotta fino ad allora.