Roma Arcaica
Ninfa dell’acqua o regina del tempo?
31 Dicembre 1999 gli archeologi scoprono una fonte a Piazza Euclide durante gli scavi per la costruzione di un parcheggio sotterraneo
E’ sicuramente uno dei rinvenimenti magici più importanti mai compiuti per la ricchezza e la varietà dei materiali rinvenuti in un piccolo contesto.
All’interno della cisterna della fontana sono stati trovati materiali afferenti alla sfera religiosa, come 523 monete, gettate nell’acqua per buon augurio, pigne e uova, simbolo di fecondità e 75 lucerne, alcune delle quali offerte votive.
Sono state trovate anche 23 maledizioni dette “defixiones”
La fontana è visitabile a piazza Euclide, mentre il suo contenuto magico è oggi conservato alle Terme di Diocleziano
Ritrovamenti magici unici al mondo:
– Maledizione contro gli aurighi
– Maledizioni dal contenitore con figurina di Petronius Cornigus
– Maledizione contro Kardelos

Anna Perenna
Misteriosa divinità arcaica dall’origine incerta
Già partendo dal nome ANNA possiamo individuare elementi distintivi di questa divinità. La parola Ann in sanscrito significa “cibo” ed ha un corrispettivo romano in “annona” (“approvvigionamenti”, “derrate alimentari”). Era forse un’antica dea dell’abbondanza e del nutrimento? Legata alla natura e alla stagione primaverile?
Forse. La festa a lei consacrata cadeva alle Idi di Marzo, capodanno Romano. Il detto latino “annare perannareque commode” (passare un buon anno dall’inizio alla fine) sembra confermare questa tesi.
Durante la sua festa le donne potevano abbandonarsi ad atteggiamenti lascivi ed accoppiarsi nelle tende allestite presso la fonte sacra alla dea. Era come un rito di iniziazione per le giovani… Molto vino scorreva e la natura dei festeggiamenti era spiccatamente sessuale.
ANNA è un palindromo e richiama l’idea dell’eterno ritorno.
PERENNA a sua volta conferma questa idea dell’eterno ritorno, della fine di un ciclo e dell’inizio di uno nuovo. Non bisogna dimenticare che il calendario arcaico romano era lunare e durava dieci mesi.
Questa divinità è stata onorata per quasi mille anni dal IV secolo a.C. al V secolo d.C.
E se la divinità femminile arcaica era molto potente, legata al ciclo vegetativo, alla fertilità, alla vita , piano piano con la progressiva riduzione della partecipazione della donna alla vita pubblica, è diventa ANNA la sorella di Didone, che dopo la tragica morte di questa, si rifugiò sulle coste del Lazio dove, venne ospitata da Enea, ma affogata da Lavinia per gelosia.
Con l’avvento del cristianesimo il potere di Anna Perenna si riduce solo alla superstizione e ai riti magici. Solo il lato ctonio della grande madre rimane fino al 390 quando Teodosio mise al bando i culti pagani in tutto l’impero.
Maledizione degli aurighi
La lamina era stata arrotolata e inserita all’interno di un’urna cineraria: incisa sui due lati, raffigura il demone Seth dalla testa d’asino e gli aurighi in tenuta di gara, con le braccia e le gambe legate.
La maledizione è indirizzata contro due gruppi di fantini appartenenti a due diverse fazioni delle corse nel circo, Prasina, Verde, e Albata, Bianca.
Nel testo si invocano le ninfe Ephydriades perché trattengano, leghino e rendano inabili aurighi e cavalli, colpendone la vigoria fisica e i piedi.

Maledizioni dal contenitore con figurina di Petronius Cornigus
Le due laminette erano inserite tra le scatole cilindriche del contenitore.
Su una è raffigurato un uomo legato da corde tra due serpenti; al di sotto si trova la parte inferiore di un secondo corpo.
L’iscrizione specifica l’oggetto della maledizione, “colui che amo con tutti i miei pensieri”-quem pero fantasia.
Si tratta evidentemente di una defixio amorosa, per legare a sé l’amato per
sempre.
L’altra laminetta è coperta di segni magici; tra questi compare anche il tetragramma biblico, la sequenza delle quattro lettere ebraiche che compongono il nome di Jahwe.

Maledizione contro Kardelos
Sulla lamina in piombo sono raffigurati Osiride che esce dal sarcofago, il demone Seth dalla testa d’asino, due teste e una figura avvolta dalle spire di un serpente, oltre a lettere e simboli magici.
Il testo, inciso su entrambi i lati, invoca Eulamon,l’eterno, perché trattenga Kardelos, figlio di Fulgentia, affidandolo a Osiris, Api, Mne, Fre, agli angeli e agli arcangeli, attraverso la mediazione del defunto deposto nella tomba in cui era stata inserita la maledizione, defixio.
Si chiede per Kardelos alle divinità una fine penosa e fulminea in un letto di torture e alle Ninfe Ephydriades di distruggere il midollo, i nervi, i muscoli e il vigore.











