Il Sarcofago di Portonaccio

Chi è il cavaliere senza volto che infuria nella battaglia?

Il museo Nazionale di Palazzo Massimo ha dedicato una sala al sarcofago di Portonaccio.

Nel silenzio e nella penombra le figure emergono dal buio con una forza ed una plasticità tale da creare l’impressione di essere risucchiati nella battaglia.

Al centro, nel momento culminante della carica, domina la scena un cavaliere senza volto. Sotto di lui la fanteria combatte corpo a corpo contro i barbari, che restano orribilmente schiacciati sul fondo del sarcofago. La composizione è stata concepita per dare il massimo risalto alle forze di Roma e per veicolare un messaggio politico: nello scontro con l’impero i barbari hanno come unica possibilità la sottomissione.

Il linguaggio visivo a differenza di quello verbale deve essere immediatamente comprensibile e seguire canoni prestabiliti per permettere la lettura. Dopo avere esposto il suo messaggio principale, l’inesorabile vittoria di Roma sul mondo e aver celebrato il comittente in qualità di autore di tale vittoria, sulla fascia del coperchio viene descritta la sua vita: la nascita, il matrimonio al centro e la clemenza verso i barbari alla fine.

Anche sulla fascia il suo volto e quello della moglie non vengono rappresentati. Era prassi aspettare fino all’ultimo momento per scolpire il volto della persona a cui era riservato il sarcofago affinché il ritratto fosse il più somigliante possibile.

Sarcofago del Portonaccio (II sec. d.C.) Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Roma.

Il museo Nazionale di Palazzo Massimo ha dedicato una sala al sarcofago di Portonaccio. Il sarcofago fu rinvenuto nel 1931 nei pressi di Portonaccio, un quartiere di Roma.

Le insegne militari rappresentate sul bordo superiore della cassa – l’aquila della Legio IIII Flavia e il cinghiale della Legio I Italica – permettono forse di identificare il defunto con Aulus Iulius Pompilius, ufficiale di Marco Aurelio al comando di due squadroni di cavalleria distaccati in queste due legioni nella guerra contro i Marcomanni (172-175 d.C.).
Guidò la legione Italica I, Flaminia IV e Fulminata.

Anche se la scena rappresentata non sembra riferire ad un evento storico in particolare, da alcuni dettagli si è ipotizzato che il sarcofago fosse dedicato a Aulus Iulius Pompilius.

La rappresentazione della battaglia copia lo stile della Colonna Antonina, dove vengono rappresentate le scene delle guerre germaniche condotte dall’imperatore Marco Aurelio.

La Legio I Italica (“dell’Italia”) fu una legione romana costituita da Nerone il 20 o il 22 settembre 66 d.C. o 67 d.C. e attiva fino al V secolo.

I suoi emblemi erano il cinghiale e talvolta il toro.
La legione combatté su quei confini nelle guerre di Domiziano e, con Traiano, partecipò alla conquista della Dacia.

Per Marco Aurelio difese i confini contro Quadi e Marcomanni e con Settimio Severo si spostò in oriente per battersi con i Parti, ricevendo anche il titolo di Severiana.