Caccia al tesoro alla Stazione Ostiense

Viaggio indietro nel tempo

Siamo abituati a considerare le stazioni ferroviarie come un non-luogo semplicemente da attraversare, ma all’inizio del secolo scorso erano simboli di modernità e progresso industriale.

Oggi le stazioni sembrano centri commerciali, ma basta guardare attentamente tra gli scaffali e il loro glorioso passato riemerge.

Il pavimento della stazione Ostiense racconta una storia bellissima: il ritrovamento all’inizio del secolo scorso di un mosaico a tessere bianche e nere, originale del periodo romano, proprio vicino alla piramide Cestia (rinvenuto e subito ricoperto per preservarlo). Su questo modello si dipana la storia che Giulio Rosso ha voluto raccontare all’ingresso delle Carrozze.

L’ingresso delle Carrozze stesso nasconde nel suo lato destro, la chiara firma del fascismo: un’aquila imperiale in marmo bianco su sfondo verde acqua.
Confinata ai margini della nostra memoria collettiva, è impolverata e dimenticata, ma racconta un pezzo importante della costruzione della stazione.
La stazione venne infatti costruita nel 1940 in pieno regime fascista.

Ma l’inaugurazione avvenne nel 1938 in occasione della visita di Adolf Hitler in Italia.
Venne allestita in grande velocità una scenografia degna dei set di Cinecittà. L’arrivo in treno del fuhrer non poteva avvenire alla stazione Termini, che in quel momento era un cantiere aperto in vista dei lavori di ampliamento diretti da Angiolo Mazzoni. Pertanto si decise di fare scendere il dittatore tedesco alla stazione ostiense. A quel tempo era poco più che uno scalo ferroviario in mezzo alla campagna. Fu Roberto Narducci a creare il prototipo di stazione, fatto di pannelli di legno e tubi innocenti, dipinti in modo da simulare il marmo, che avrebbe trionfalmente accolto Adolf Hitler.

Uno dei tesori nascosti di questa stazione, normalmente chiuso al pubblico è la favolosa sala delle rappresentanze.

La Sala Presidenziale

Il viaggio di Hitler a Roma (3-9 maggio 1938)
Arriva il 3 maggio alla stazione Ostiense, scenograficamente allestita per l’occasione. L’odierno piazzale dei partigiani viene intitolato al fuhrer: Piazzale Adolf Hitler.

Il 4 maggio la giornata fu dedicata alla visita del Pantheon, l’altare della patria ed i fori imperiali. Nel pomeriggio Hitler e Mussolini parteciparono ad una manifestazione con 50.000 balilla all’aeroporto di Centocelle.

Tra coloro che dimostrarono il loro dissenso nei confronti del regime nazista, va annoverato il papa che per l’occasione lasciò Roma, fece spegnere tutte le luci in Vaticano e chiuse i musei e la basilica di San Pietro.

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Nel 1977 il registra Ettore Scola, girerà il bellissimo film “Una giornata particolare” con Marcello Mastroianni e Sophia Loren, ambientato in quei giorni. E dimostrerà attraverso una storia personale, tutte le contraddizioni del nostro paese negli anni 40.

Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l’imbianchino, suo prossimo padrone

Trilussa

Così commentava il famoso poeta Trilussa subito dopo l’arrivo del dittatore nazista.

Con la capacità di sintesi tipica del pensiero poetico e della rima, riusciva in una riga a concentrare tutte le verità e le paure che questa visita portava con sé.

Si tratta di un elegantissimo locale, composto da due ambienti: l’anticamera di 118 mq e la sala delle rappresentanze vera e propria 127 mq.

L’anticamera, caratterizzata dall’enorme altezza del soffitto, è illuminata da una plafoniera in vetro opalescente, le pareti sono rivestite con diversi tipi di marmo di colore verde e bianco.

L’ingresso alla sala avviene attraverso una grandios avetrata in legno e vetro. Anche il salone è caratterizzato dall’accostamento di diversi marmi Italiani di colore nero e rosso.

Il soffitto è totalmente rivestito da pannelli di legno di Noce, al cui centro è posto un grande plafone rettangolare in vetro opalescente. Lungo le due pareti maggiori troviamo due grandi riquadri rivestiti in marmo.

Sul lato destro un capolavoro progettuale: l’illuminazione del bagno e dell’antibagno. Grandi tagli di luce artificiale, protetti da lastre di vetro opalescente alleggeriscono tutta la struttura.

Il bagno e l’antibagno sono completamente rivestiti di tessere di ceramica rosa e nero.

Il vestibolo è rivestito di pannelli in legno di Noce con appendi abiti.

Gli unici arredi rimasti, sono:

  • una scultura alta quasi tre metri raffigurante la Dea Roma, realizzata in marmo bianco nel 1940 dallo scultore Alfredo Angeloni, autore di numerose sculture religiose, monumenti funerari e celebrativi. La statua raffigura una dea guerriera, riletta secondo l’iconografia tipica dell’epoca ed è collocata sopra un parallelepipedo di granito rosso;
  • un tavolo in legno massello di 15 metri di lunghezza a forma ellittica, ma privato delle due estremità dove, sui tre dei quattro lati formati sono presenti i pulsanti per le chiamate di servizio durante i colloqui che si tennero all’interno della sala.

E’ difficile trovare documentazione su questa bellissima sala, ringraziamo quindi l’architetto Paolo Camaiora per la descrizione degli ambienti – Aut. Centostazioni con DLR (Rev. 03 dd. 22.06.2011) e NOC Ges dd. 14.06.2013 © testo Architetto Paolo Camaiora. Pubblicato nel Luglio 2013 sul n° 78/2013 del periodico Versilia Produce del Consorzio Marmi Versilia.

E Conosciamo l’EUR Associazione Culturale per aver organizzato una meravigliosa visita guidata alla stazione e alla sala presidenziale il 22 maggio 2021