L’Umbilicus Urbis

Fori Romani: una visita che equivale ad un viaggio nel tempo. Siamo nella zona sacra della città, all’interno del “pomerium” il confine entro il quale gli dei a cui era dedicata proteggevano la città. Il suo centro, “omphalos” o “umbilicus mundis” era il punto in cui si incrociavano ad angolo retto le strade principali, ma soprattutto era il canale di comunicazione tra l’oltretomba e il mondo dei vivi.
In una visione olistica, il microcosmo degli uomini era sempre in comunicazione con il macrocosmo degli dei. Questo centro è cambiato nei millenni e l’ultima riproduzione risale agli anni 40 del secolo scorso sulla pavimentazione di Piazza del Campidoglio (disegnata nel 1500 da Michelangelo).

L’Umbilicus Urbis Romae (“ombelico della città di Roma”) o Umbilicus Urbis, era il centro ideale della città di Roma, posto nel Foro Romano, nei pressi dell’arco di Settimio Severo e del Tempio della Concordia.

La meravigliosa pavimentazione del Campidoglio fu disegnata da Michelangelo, ma venne realizzata solo negli anni 40. Il suo significato è legato al valore sacro ed iniziatico dell’omphalos il centro del mondo.

Il pavimento della piazza di Michelangelo è convesso con al centro la stella a dodici punte indicante le costellazioni.
La struttura del disegno losangato rende apparentemente maggiore questa convessità dando la sensazione di essere sopra una enorme sfera.
Molti sono i significati di questa rappresentazione – maggiori informazioni qui http://members.xoom.virgilio.it/Farf/campidoglio.htm 

Il mundus rimaneva aperto 3 giorni l’anno.
Il rito prevedeva infatti che il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre il mundus fosse aperto e pertanto quei giorni erano segnati nel calendario con la dicitura mundus patet, il mundus è aperto.
L’apertura del mundus metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti, i segreti dei Mani si trovano “alla luce” e per questo era proibita ogni attività ufficiale.
Il rito aveva un carattere eminentemente purificatorio, e quindi propedeutico rispetto a eventi sacri che il calendario romano prevedeva nei giorni e soprattutto nel mese immediatamente successivo (Saturnali e Natale del Sole Invitto).
Lo stesso termine di Mundus designa il “mondare” e il “purificare”.
Si trattava di un rito iniziatico .
Più informazioni sono disponibili qui https://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris

Il Mundus era dedicato a Cerere, antichissima divinità di origine italica ed Etrusca. Anche in questo caso, il “mundus” del foro romano è un “Mundus Cereris”.
Si tratta di una fossa posta nel santuario di Cerere e consacrata ai Mani, che ha forma circolare a ricordare la volta celeste e l’universo tutto.
Tale pozzo aveva anche la forma simbolica di un utero rovesciato che veniva scavato al centro della città al congiungimento degli assi di decumano e cardo.
La fossa rimane chiusa per tutto l’anno ad eccezione di tre giorni in cui si celebra il mundus patet.
Più informazioni sono disponibili qui https://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris

Romolo, seguì gli antichi riti italici quando fondò Roma: anche nel foro fu scavata una fossa circolare nel punto ove le due strade principali si incontravano formando un angolo retto: questo fossato era chiamato mundus. Al suo interno, in un rito dall’alto contenuto simbolico, venivano interrati simboli religiosi che avrebbero dovuto assicurare alla futura città benessere, prosperità, pace e giustizia; in particolare, il fondatore vi gettava una zolla di terra portata seco dal luogo di provenienza e lo stesso facevano, dopo di lui, gli altri patres familias.

Solo dopo, per mezzo d’un aratro, veniva tracciato un solco di confine che delimitava il territorio della città – il pomerium. I riti proseguivano per diversi giorni per poter estendere i benefici propri del mundus all’intero territorio della città rendendolo in tal modo consacrato agli dei prescelti.

Erano riti di purificazione – ancora oggi il termine “mondare” significa pulire, purificare.

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